

DE VITA
PATRIZIA
Patrizia De Vita, nata a Roma il 14 febbraio 1960, diplomata in Materie Plastiche all’Istituto d’Arte di Roma e laureata in Giurisprudenza alla Sapienza di Roma.
Coltiva da anni la passione per le arti nelle sue diverse espressioni, dalla ceramica, alla scultura, alla poesia, dove i versi spesso si fondono con le sue creazioni plastiche.
Caratterizzati da istintività delle linee e da sobrietà di colori sono i vasi e i diversi oggetti d’arte, realizzati con la tecnica tradizionale a “colombino” o con la tecnica Raku.
Il suo lavoro, rivolto negli ultimi anni alla scultura, è improntato alla ricerca della profondità della materia, dove solchi, vuoti e pieni si sviluppano e si intrecciano per creare figure surreali, rimandanti all’inconscio.
Il tema del doppio, dentro o fuori di noi, che può esprimersi nell’affermazione del sé in conflitto ma che può sfociare anche nella compenetrazione dell’uno nell’altro, rimanda continuamente a Dualità/dualismo, a Femminile/Maschile, nella solitudine, nell’amore, nella complicità, nella sofferenza. E’ questo il tema ricorrente che insegue molte delle sue creazioni.
Superare i confini di forme conosciute contrassegna le sue opere, che ci conducono in un viaggio attraverso i misteri della plasticità della materia.
Molte delle sue poesie sono pubblicate in antologie e riviste letterarie. Ha pubblicato: Le Stagioni dell’anima femmina (Edizioni Perrone 2011), raccolta poetica vincitrice ai concorsi Pensieri d’inchiostro 2010 e Creativa 2012; Parole svenute e di versi ordite (Edizioni Progetto Cultura 2016), raccolta poetica vincitrice al Premio Città di Castrovillari; le prose poetiche Colmi di crucci e sogni e Madre sono state premiate ai Concorsi L. Montano Anterem del 2013 e del 2018; insieme a Costantino Quarta ha pubblicato le raccolte di poesie Pensieri in viaggio a quattro mani (Youcanprint 2016) e Ritratti di signore (Youcanprint 2019); la raccolta poetica Non divenni mai girasole (Edizioni Progetto Cultura 2022) è risultata prima vincitrice al premio Mangiaparole 2021 e con Menzione d’onore al Premio Le Pietre di Anuaria 2023; entrambe le raccolte, “Non divenni mai girasole” e “Parole svenute e di versi ordite”, sono risultate vincitrici con Menzione di merito al Premio Winning book 2024 per la sezione opera edita.
ESPOSIZIONI E PREMI
– I° classificata vincitrice per la sezione Scultura, IX° Concorso “Donna chi sei?”, Le Nove Muse, Palazzo dei Convegni, Jesi 2008
– Lettere Caffè 2005 e Green Rose 2006 – Roma
– BOE’ Palermo, 2006
– Taormina LuglioExpo’, 2007
– Palacongressi Agrigento Arte, 2007
– Sale del Bramante di Roma, OpenArt 2007 e OpenArt 2008
– Galleria La Spadarina di Piacenza, 2007 e 2008
– Galleria Il Collezionista di Roma, 2008
– Galleria d’Arte Modigliani di Milano, 2008
– Premio Internazionale Arcaista di Tarquinia, 2008
– Galleria Cassiopea– Rassegna d’arte al femminile “Le stanze di Venere, Roma 2009
– Mostra virtuale collettiva “Suoni dipinti”, 2009
– Mostra internazionale d’Arte –Villa Gualino, Torino, 2009
– Rassegna “Astarte” – Castello S. Severa, 2009
– Elleartecontemporanea – Roma, 2010
– Galleria Consorti via Margutta – Roma, 2010
– Massenzio Arte “LE DONNE, L’ARTE. OGGI”, 2011
– Danzarte Premio arti visive Caporaso, Accademia Nazionale di Danza di Roma, 2012
– Galleria del Palazzo Pontificio Maffei Marescotti di Roma-Premio della Lupa, 2012
– Mostra Materie- Finalista concorso artigianato artistico e design-Arciconfraternita dei Bergamaschi, Roma 2012
– Galleria Il Leone di Roma –Premio Roma, 2013
– Galleria L’Agostiniana – S. Maria del Popolo – Premio Capitolium – Roma, 2013
– Femminissage, Urbis ed Artis, Teatro dei Dioscuri, Roma, 2016
– La donna e l’autunno, collettiva al Museo Venanzo Crocetti Roma, 2017
– Forme nello spazio – RASSEGNA DI SCULTURA CONTEMPORANEA – a cura di Claudia Zaccagnini, Museo Diocesano di Terni, 2018
– II^ classificata vincitrice per il Premio Le Pietre di Anuaria – SEZIONE SCULTURA con IL TRITTICO “Essere l’altro” – Castelfranco Veneto, 2023
– Vincitrice alla Mostra di arte contemporanea in videoesposizione LA TERRA, L’ARTE E NOI, con la scultura “La grande madre”, in occasione della Giornata Internazionale della Terra – 22 aprile 2025.
OPERE
RECENSIONI
“ARTEROMAEUROPA” 2007
di Maria Teresa Palitta
Fertilità, Essere l’altro, Amore sussurrato e Amanti. L’amore è la formula fissa: i corpi si intersecano in uno slancio primordiale, che vince ogni latitudine. Tutto è in virtù dell’essere che sa di vivere nell’altro nell’attrazione poderosa e nel concerto di idee che culmina con l’elemento armonico: attribuirsi il vicendevole equilibrio che fa di due esseri un capolavoro. Le sculture sono la sintesi amorosa della materia, plasmata, levigata come piccolo poema che contenga l’essenza e il rimedio per svelare l’accadimento. Le opere attingono dal cuore la linfa necessaria per poter esistere nell’impianto figurativo, morbido e complesso a un tempo.
De Vita realizza le sculture attraverso un meccanismo aggregante: dalla massa emergono i due corpi su un’unica base. Così il legame è totale. In questo modo l’arte stipula un accordo col sentimento, totale e definitivo: l’amore si serve di due corpi per costituirne uno solo.
“BLUARTE”-“Suoni Dipinti” 2008
di Antonella Iozzo
De Vita crea la fisicità del suono con un’armonica partitura di forme e volumi, sono sculture dalla penetrante fascinazione comunicativa disegnate con linee morbide e con accenti romantici. Dal contatto con la materia il “Risveglio della danzatrice” è una visione prolungata sulla dirompente sensualità di un ritmo che scuote i sensi più segreti dell’umana percezione. Espressività rielaborate nella corporeità dell’essenza sonora, un abbraccio sulle linee del suono, Un “Amore sussurrato” dilatato in poema sinfonico.
“SETTE”- Inserto de “LA STAMPA” Torino 2009
Premio d’Arte – Villa Gualino Torino – di Guido Folco
Patrizia De Vita da Roma, lirica. “L’ARTISTA PLASMA CON SAPIENZA LA TERRA, MODULANDO IL SUO RAFFRONTO CON LO SPAZIO, LINEE FLESSUOSE PER UNA SINTESI ELEGANTE”.
Anny Baldissera Galleria Cassiopea, Roma 2009
“LE STANZE DI VENERE”
“Patrizia De Vita attraverso composizioni semiastratte e levigate formalizza una precisa sintassi formale ad espressione di una nuova spiritualità”.
Daniele Radini Tedeschi – Roma, 2010
“Il Piacere – dal colore alla forma”
La scultrice Patrizia De Vita opera un studio della forma attraverso la ricerca di valori duttili atti a sintetizzare il gesto. Il dinamismo delle sue figure è foriero di un moto interiore, che dalla materia emerge attraverso contorsioni, pose tortili e movenze interrotte. La materia, a volte grezza e ruvida, altre volte smaltata e lucida, contribuisce a creare con il gioco della luce preziosi risalti plastici.
L’assetto figurativo delle sue opere si altera talvolta sino a raggiungere risultati di astrazione, con forme che annullano il loro ordine compositivo per liquefarsi in una morbida sintesi totale. La sua produzione emana l’energia repressa dell’umanità in attesa di un indirizzo superiore; la forza cibernetica del suo movimento è sobria e incorporea.
Fabrizia Ranelletti – Massenzio Arte
Roma 2012 – Le donne, l’arte. Oggi
Flussi di energie e impulsi morbidi, si muovono arretrando nella cognizione spazio-temporale per trovare il nocciolo generatore di emozioni.
Nel modellare la materia, Patrizia De Vita, cerca punti di contatto in modelli arcaici, ascoltando echi di culture lontane e affrontando temi intramontabili come la condizione umana e l’amore. Singoli soggetti, così come i gruppi, accompagnano con volute armoniose e senza spigoli, in un cammino centrifugo, con un bramato spasmo, verso la sfera universale.
Le creazioni non si staccano mai dalla “concretezza” del sentimento e ondeggiano tra flussi di energia vitale.
Sandro Serradifalco –Avanguardie artistiche 2012
Nelle opere dell’artista Patrizia De Vita la forma e la materia si fondono assieme attuando un sistematico sviluppo emotivo che garantisce una fruizione appagante ed uno stimolo della fantasia continuo e graditissimo. La figurazione diviene occasione per rivalutare stilemi fin troppo abusati.
Claudio Lepri –Galleria Il Leone, Roma 2013
Patrizia De Vita lavora le sculture prevalentemente in terracotta e mostra notevole abilità manuale nel modellare forme di grande affabulazione, armonia e valenza simbolica. C’è una visione atavica trasmessa dalla storia e definita in carattere universale nelle opere “Dualità” e “Adamo ed Eva”, in cui l’artista non cura specificatamente il dettaglio anatomico per accentuare i caratteri del simbolismo.
Patrizia De Vita si rivela anche pittrice eseguendo l’opera “L’uomo e l’universo”, un pannello in ceramica dove mostra la qualità compositiva di un’astrattista pregevole e raffinata.
Mara Ferloni e Barbara Righetti
Premio Capitolium, Roma 2013- Galleria L’Agostiniana
L’opera scultorea in maiolica raffinata (“Per volontà e per forza”), equilibrata dal punto di vista estetico, concettuale ed enigmatica, attraverso la forma emana in una risolta determinazione, una visibile forza interiore ed una continua ricerca di sé. (M. Ferloni)
Scultorea figura femminile che trova in uno spazio tutto il suo bilanciamento tra pieni e vuoti, tra movimento e staticità espressiva. Interessante ricerca che riporta l’artista alla concretezza sulla materia. (B. Righetti)
Gastone Ranieri Indoni – “Femminissage” – S. Andrea al Quirinale -Teatro dei Dioscuri, Roma 2016
Patrizia De Vita realizza opere allontanandosi volutamente da concetti accademici o rimandi didascalici avendo scelto di far parlare il suo intimo sentire attraverso realizzazioni minimali ed elabora opere dove riassume come in un frammento di specchio le bozze delle opere che il cuore suggerisce.
Parlando di scultura va detto che le dimensioni preferite da Patrizia De Vita sono piuttosto ridotte ma non riduttive visto che produce soggetti dalle tematiche di grandissimo valore morale e sociale come oasi familiari di vita vissuta o racconti di famiglie di sacra concezione o soggetti di genere.
I suoi movimenti plastici formati con la terracotta o con la ceramica piuttosto che con altro materiale parlano e riescono ad entrare nelle figure passando per le orditure dell’inafferrabile perché più che i soggetti cerca di trattenere effetti di afflati e di sentimenti svolgendo temi che dicono delle trappole del mondo e quindi della vita stessa.
Si intuisce infine la gioia genuina di un gioco infantile nella malinconia di una donna pensosa che pesca elaborazioni di forme dal suo guscio ancestrale.
1917— 2017. VERITÀ e MENZOGNA – l’ARTE CONTEMPORANEA da MARC CHAGALL a OGGI di ARPINÈ SEVAGIAN
“Patrizia De Vita. La poetica dell’artista parte da una ricerca, dall’analisi della propria interiorità, del suo Io femminile che emerge attraverso forme armoniose ed equilibrate, essenziali, a tratti arcaiche, lontane, vicine a un tempo che non ha tempo. Per Patrizia De Vita la tradizione rappresenta un punto di partenza, lo spunto creativo per lo sviluppo della sua arte. Istintive e sobrie le sue opere sono caratterizzate da volumi aperti e chiusi, solchi, vuoti e pieni, che convivono in una dimensione plastica in cui nascono e si sviluppano figure surreali di ispirazione metafisica che rimandano all’inconscio, a quella natura intima che si contrappone al reale quotidiano che ci circonda”.
(Pagg. 120,121 – DONNE NELL’ARTE, edizioni 2018)
FORME NELLO SPAZIO – RASSEGNA DI SCULTURA CONTEMPORANEA
Museo Diocesano di Terni – settembre 2018
Claudia Zaccagnini
“La ricerca della potenza della materia bronzea è uno dei filoni su cui indugia il lavoro di Patrizia De Vita. Il suo immaginario, legato alla figurazione, trae ispirazione dal mondo della mitologia, della danza e dall’essere umano, secondo una visione filosofica dicotomica, nella quale il mondo fisico e spirituale interagiscono variamente. La sintesi figurale, che ruota attorno all’idea del tema proposto, si scontra con un fare plastico che privilegia una modellazione dai forti volumi. Vuoti e pieni, piani lisci e scabri, radicate depressioni si rincorrono per raggiungere un’unità visiva nella quale, il gusto per una forma ponderosa variamente accennata, viene sottolineato dalla profondità delle ombre, momentanea e necessaria cesura alla continuità del linguaggio plastico. Le piccole sculture, affrancate da una modellazione fortemente naturalistica, sono foriere di uno stato emozionale che va di pari passo con la scoperta formale”.
PREMIO LE PIETRE DI ANUARIA – Castelfranco Veneto –novembre 2023 –
II^ CLASSIFICATA SEZ. SCULTURA –Alessandra Digianantonio
Il Trittico “Essere l’altro” utilizza con abilità i metalli che tramite giochi di angoli concavi e convessi dona una straordinaria fluidità alla composizione.
Mentre Boccioni con le “Forme uniche della continuità dello spazio” rivoluziona il concetto di scultura concentrandosi su movimento e dinamicità esplicita, qui si sottolinea il movimento interno, dove le figure si fondono e si compenetrano. La comprensione dell’altro deriva dall’empatia e “dal mettersi nei panni di”. Sarebbe bello che anche nella realtà questa compenetrazione e uscita dallo sterile egoismo fosse possibile fra le persone.
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